domenica 30 agosto 2009

La nostra campagna "PD = Pari Diritti"





Nel febbraio 1994 il Parlamento Europeo emanava la Risoluzione sulla parità di diritti per gli omosessuali nella Comunità, ispirata all'articolo 1 della Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo, in cui si formulavano precise richieste alla Commissione Europea e agli Stati Membri per giungere al superamento delle discriminazioni derivanti dall’orientamento sessuale dei cittadini europei.


A più di 15 anni di distanza la politica italiana non è stata in grado di garantire nessuna tutela e nessun diritto alle lesbiche, i gay, i bisessuali e i transessuali italiani che si trovano oggi a vivere in uno degli Stati legislativamente più arretrati d'Europa, mentre in tanti altri paesi dell’Unione si è giunti, grazie anche all’impegno dei partiti socialisti e progressisti, alla completa parità di diritti.


In quei Paesi non si è registrato alcun effetto negativo derivante da tali azioni, né sui singoli, né sul complesso di quelle società, nelle quali, semplicemente, l’identità di genere e l’orientamento sessuale rappresentano oggi caratteri, come altri, di una persona e non più ostacoli alla propria realizzazione.


Crediamo che sia un preciso dovere del Partito Democratico, in applicazione dello Statuto e del Manifesto dei Valori, superare questa arretratezza dell’Italia, promuovendo e ponendo le condizioni concrete per attuare un percorso di rinnovamento legislativo che giunga al completo superamento di tutte le discriminazioni che ancora ricadono sui cittadini LGBT.


Crediamo che tale dovere derivi, soprattutto, dalla natura stessa che deve caratterizzare il Partito Democratico, che non può che fondarsi sulla volontà di far crescere il nostro Paese e di realizzare una società più giusta ed accogliente per tutte e tutti.


Il PD potrà affrontare e vincere questa sfida di libertà solo se saprà assumere veramente il tema, democratico e liberale, della piena uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, per garantire loro pari diritti e pari dignità, secondo i principi affermati nel 1948 dalle Nazioni Unite e rimasti inattuati in Italia per lesbiche, gay, bisessuali e trans.


È ora che il Partito Democratico assuma concretamente questo impegno e faccia proprio l’obiettivo di giungere, attraverso progressive azioni legislative, al definitivo “superamento degli ostacoli frapposti al matrimonio di coppie omosessuali ovvero a un istituto giuridico equivalente”, come richiesto dal Parlamento Europeo sin dal 1994 e come già attuato da gran parte dei Paesi europei.

Chiediamo ai candidati alla Segreteria del Partito Democratico di assumere, se eletti, questo impegno. Da parte nostra, siamo pronti a coinvolgere su questo l’intero corpo degli iscritti al PD, attraverso gli strumenti messi a disposizione dallo Statuto del partito, a partire dal referendum.


L’uguaglianza di fronte alla legge è infatti un tema urgente e irrinunciabile, non solo per le lesbiche, i gay, i bisessuali e i transessuali, ma anche per la definizione di una chiara identità del Partito Democratico e, soprattutto, per la concreta realizzazione della democrazia nel Paese.


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La campagna parte il 9 settembre 2009.


È possibile firmare via internet (http://firmiamo.it/pd-uguale-pari-diritti) o compilando una cartolina che stiamo facendo girare. Per trovarci basta scrivere una mail a 3dinformazioni [at] gmail.com

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